Rock Therapy

La musica che ci cura

Che la musica sia capace di produrre in noi grandi effetti, non è certo una novità. Fin dall’alba dei tempi gli uomini ha “fatto musica”, spesso anche solo ricorrendo a qualche rudimentale strumento di percussione. Il tamburo ne è un esempio perfetto!

Ricordiamo per esempio che il Blues prima, e il Rock più tardi sono state considerate “musica del diavolo”…

E’ quindi facile immaginare come l’ascolto di alcuni brani possa facilmente influire sul nostro stato d’animo. Il rapporto tra condizione emotiva, psicologica, fisica ed energetica è abbastanza intuitivo [ma ti rimando a questa pagina per qualche parola in più]. Dai riti sciamanici alle cerimonie religiose, i momenti sacri sono quasi sempre accompagnati (se non guidati) dalla musica. Musica che è, sempre e comunque, vibrazione, al pari degli antichi mantra tibetani recitati ancora oggi.

Esiste però un’altra forma di “vibrazione” capace di influire sui nostri processi psichici, i toni bineurali. Si tratta di vibrazioni ascoltate con una leggera (e misurata) differenza di frequenza tra l’orecchio sinistro e l’orecchio destro; questa differenza spinge il nostro cervello a trovare una media tra le frequenze effettivamente percepite. Questa “frequenza di media” è poi quella effettivamente elaborata dal cervello ed è (in genere) suddivisa in onde Gamma, Beta, Alpha, Theta e Delta. Senza scendere ora in dettagli, a ciascuna di queste frequenze corrisponde un certo tipo di reazione celebrale.

Il ricorso alla capacità della musica unitamente a quelle dei toni bineurali consente consente di produrre tracce musicali particolarmente efficaci. Se ne consiglia un uso solo previa e periodica analisi energetica, indispensabile come un percorso di counseling, per una più equilibrata e funzionale gestione del proprio lato emozionale e inconscio.

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